martedì 28 giugno 2011

La Terra è finita. Breve storia dell’ambiente. di Piero Bevilacqua.

Diverse sono le sensazioni che può generare la lettura di questo intelligente e valido lavoro di Piero Bevilacqua in cui viene analizzata da più punti di vista la storia dell’ambiente. Nel mio caso ho provato inizialmente curiosità e interesse per argomenti ad oggi sulla bocca di tutti, ma forse non adeguatamente approfonditi; in seguito profonda tristezza e rabbia incontenibile nel leggere uno dietro l’altro, senza un attimo di tregua, gli scempi che l’umanità ha provocato nel corso della storia alla cosa più preziosa che può vantare: la Terra.
Agricoltura industriale (pesticidi, fertilizzanti dannosi per il terreno ecc.), rifiuti tossici, scorie radioattive, inquinamento automobilistico, disboscamento, desertificazione, erosione, effetto serra, buco dell’ozono, inquinamento elettromagnetico, bombe atomiche, piogge acide, megalopoli attorniate da baraccopoli malsane, distruzione della biodiversità…tutti fenomeni abbastanza noti, ma che qui vengono trattati con chiarezza, spiegandone le origini, le cause, le conseguenze e i rapporti che intercorrono tra loro, in una storia dell’ambiente che punta a rendere il lettore più consapevole di ciò che accade all’unico pianeta che consente la vita, l’unico che abbiamo.
La lettura prosegue veloce avida di conoscere, capire, interpretare e con la speranza di rimediare a tutti gli errori commessi, corre rapida alla ricerca di un happy ending, di possibili soluzioni, ma inciampa e annaspa tra le rovine del pianeta ed è difficile continuare, difficile sperare, difficile rimediare, ma indiscutibilmente necessario.

«Il capitalismo […] ha inaugurato e promosso per la prima volta nella storia umana un’idea di economia come forma di arricchimento illimitato sulla base di uno sfruttamento senza fine della natura».

«Come si fa a calcolare il valore economico di un bosco? Esso infatti non è soltanto una massa di legname vendibile, ma un paesaggio da ammirare, è il manto che protegge la montagna dall’erosione e dalle frane, è il serbatoio che raccoglie le acque piovane e le trasforma in sorgenti, è il produttore di ossigeno per le popolazioni, è il moderatore locale del clima, è la sede degli uccelli, degli animali selvatici, di tante piante che custodiscono la biodiversità della Terra».

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