venerdì 2 dicembre 2011

LAURA PROPONE... Così è (se vi pare)– Luigi Pirandello

Così è (se vi pare), opera di uno dei maggiori rappresentanti del genere teatrale del Novecento, Luigi Pirandello, viene messa in scena per la prima volta nel 1917.
Il titolo, come quasi tutte le opere di Pirandello, racchiude in sé l’intero significato dell’opera. La sentenza chiara del così è viene subito messa in discussione dal se vi pare, precisazione indispensabile per dichiarare l’assoluta impossibilità di avere una visione certa e definitiva della realtà.

La tranquillità di un paese viene messa alla prova dall’arrivo di tre personaggi che suscitano curiosità negli abitanti: il signor Ponza, sua suocera la signora Frola, e sua moglie la signora Ponza. Il comportamento fuori dal comune dei tre scatena i pettegolezzi in paese e soprattutto in casa del consigliere Agazzi. Il signor Ponza infatti sembra tener sotto chiave la moglie in un appartamento all’ultimo piano di un casone tetro e la suocera in un appartamento in città proprio accanto a quello del consigliere Agazzi. Inoltre l’identità della signora Ponza rimane sconosciuta e solo lei potrebbe rappresentare la soluzione del mistero. Tutti cercano allora di capire il motivo di questi atteggiamenti inconcepibili per la società borghese (separare madre e figlia in un paese nuovo e non lasciare che esse s’incontrino mai) e ogni atto è costruito in un climax ascendente di tensione verso la verità e puntualmente ogni atto si conclude con la risata di Laudisi, unico personaggio a cui non importa conoscere la verità poiché è consapevole del fatto che la verità non esiste.
Una storia piacevole, spiritosa a tratti e stimolante che ci invita a riflettere su quanto sia complessa la vicenda umana e su quanto a volte siamo così presi dal trovare la verità da non accorgerci che la verità è inafferrabile per la sua complessità e “velata” così come si rivelerà la signora Ponza alla fine della parabola.

DINA: E sia! Non l’avrà fatto apposta. Ma non puoi negare che questo signore vive in un modo talmente strambo da suscitar la curiosità naturalissima di tutto il paese. Scusami. Arriva. Prende a pigione un quartierino all’ultimo piano di quel casone tetro là, all’uscita del paese, su gli orti…L’hai veduto dico di dentro?


LAUDISI: Inutile! Inutile signore mie!
SIGNORA CINI: Che si voglia venire a sapere?
LAUDISI: Che cosa, scusi? Che possiamo noi realmente sapere degli altri? chi sono, come sono…ciò che fanno…perché lo fanno…

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